La prossima volta che un dispositivo tecnologico smette di funzionare a casa tua, pensaci due volte prima di buttarlo via. Che tu ci creda o no, c’è un dispositivo elettronico che hai in qualche cassetto di casa tua che potrebbe valere molto più di quanto pensi. Ricercatori svizzeri hanno scoperto un metodo innovativo per recuperare oro a 22 carati, presente nei componenti elettronici che tendiamo a gettare senza darvi importanza. Potrebbe quindi trattarsi di una rivoluzione per il riciclaggio e l’ambiente. Molti non lo sanno, ma molti degli apparecchi che utilizziamo quotidianamente, come cellulari, computer o tablet, contengono quantità minime ma preziose di oro. E cosa facciamo quando smettono di funzionare? Di solito li buttiamo via. Ma questo potrebbe cambiare grazie a un nuovo sistema di riciclaggio sostenibile.
Quel dispositivo elettronico che non funziona più vale oro grazie a questa tecnica
La scoperta è stata fatta da un gruppo di scienziati dell’ETH di Zurigo, in Svizzera, che sono riusciti a progettare una tecnica che, oltre ad essere efficace, è molto più rispettosa dell’ambiente rispetto ai processi convenzionali.
“Con solo 20 schede madri, è possibile ottenere fino a 450 milligrammi di oro”, hanno spiegato i ricercatori, secondo il portale TechGuru.
E come ci riescono? Utilizzano delle spugne proteiche realizzate con fibrille di siero di latte, un sottoprodotto dell’industria casearia.
Queste spugne catturano gli ioni d’oro presenti nelle soluzioni che si generano quando si dissolvono i componenti elettronici.
Successivamente, attraverso un trattamento termico, l’oro viene trasformato in piccole pepite da 22 carati.
Questo processo non solo è innovativo, ma rappresenta anche un enorme passo avanti dal punto di vista ecologico. Finora, le tecniche per estrarre l’oro dai rifiuti elettronici utilizzavano prodotti tossici come il cianuro o il mercurio, che inquinano il suolo, l’acqua e l’aria. Con questo nuovo metodo, ciò viene completamente evitato.
La portata del problema è enorme. Secondo dati globali, il mondo produce circa 50 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici all’anno.
E la cosa più grave è che l’80% non viene riciclato. Questo non solo rappresenta una perdita di risorse, ma anche una fonte di inquinamento costante.
Dispositivi elettronici più comuni che solitamente contengono componenti con oro
- Cellulari e smartphone
- Tablet
- Computer desktop e notebook
- Televisori
- Console per videogiochi
- Lettori DVD o Blu-ray
- Fotocamere digitali
- Schede madri (motherboard)
- Chip di memoria
- Sintonizzatori e decodificatori TV
- Stampanti
- Modem e router
Buone notizie per il pianeta
Ma la cosa migliore è che questo non si limita solo all’oro. Altri metalli preziosi come il rame, il palladio o il nichel sono presenti anche nei dispositivi che utilizziamo.
Combinando questo sistema svizzero con altre tecniche come la pirometallurgia o l’idrometallurgia, sarebbe possibile recuperare ancora più materiali e ridurre notevolmente l’impatto ambientale.
“Questa innovazione potrebbe trasformare il settore del riciclaggio e creare nuove opportunità economiche ed ecologiche”, sottolineano i ricercatori di Zurigo.
La chiave sta nel pensare a un’economia circolare, dove ciò che oggi è spazzatura, domani può diventare materia prima.